lunedì, 2 Ottobre 2023
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Pace e’ non violenza

E’ il 18 febbraio del 2007:  i fedeli in piazza San Pietro partecipano forse un po’ distratti al tradizionale appuntamento domenicale dell’angelus.  Benedetto XVI commenta il passo evangelico del giorno relativo all’amore verso i nemici e lo presenta come “ la magna charta  della nonviolenza cristiana “. Il richiamo alla nonviolenza veniva proposto senza se e senza ma.  La Chiesa di Roma  quindi proclamava la nonviolenza come archetipo fondamentale dell’insegnamento  cristiano e  metteva cosi in discussione  la liceità del ricorso all’ uso delle  armi.  Senza eccezione alcuna. E’ di fatto una svolta storica! Per la prima volta dopo 2000 anni non c’è spazio a riserve mentali che possano giustificare un conflitto, qualsiasi sia la sua natura.

Dopo 10 anni la tradizionale giornata mondiale della pace  che si celebra il 1° di Gennaio di ogni anno  ha   per titolo :     “ La nonviolenza: stile di una politica per la pace “.

E’ il messaggio per il nostro mondo, che soffre di una  guerra globale  e che viene invitato ad uscire da una spirale suicida attraverso la nonviolenza da vivere nei rapporti interpersonali, sociali e internazionali superando così il dualismo schizofrenico tra morale individuale che ci dice di amare il nemico e morale pubblica, che invece ci  autorizza ad ucciderlo.

Il messaggio del Pontefice è diretto a tutti, a tutti coloro che abitano il pianeta,  a chi della violenza è vittima      “quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace ”, ma soprattutto a chi esercita violenza provocando enormi sofferenze ai più deboli  “..  guerre in diversi paesi e continenti; terrorismo, criminalità, attacchi armati imprevedibili; gli abusi subìti dai migranti, la devastazione dell’ambiente “.

E qui si fa stretto il legame tra la pace e la sfida ecologica, legame così caro a don Tonino e da lui proposto già nella seconda metà degli anni ’80: a tal fine  auspicava il Vescovo salentino una conversione non solo religiosa ma anche culturale necessaria per passare da una cultura del dominio vissuta nei confronti del tempo, dello spazio, delle cose, delle relazioni,  ad una cultura della pace necessaria per concepire il creato come un organismo vivente, condizione fondamentale per abbandonare una ideologia rapace che nel suo utilitarismo considera il pianeta come una risorsa inanimata da sfruttare.

La nonviolenza è talvolta intesa nel senso di resa, disimpegno e passività”- E’ la preoccupazione che papa Francesco vive.  Don Tonino parlava di nonviolenza attiva: “  dobbiamo far entrare nella nostra coscienza, mediante lo studio e la ricerca, tutte le strategie approntate dai metodi della nonviolenza che, non lo si ripeterà mai abbastanza, non è passività. Ecco perché, accanto alla parola nonviolenza si aggiunge un aggettivo stracarico di significato e si preferisce dire nonviolenza attiva “.

La nonviolenza attiva può oggi disarmare un modello economico che ha ridotto l’uomo a scarto perché  basato sull’ingordigia di profitto. Ripensare una nuova economia responsabilizzando i consumatori e i risparmiatori, perché da un consumo inconsapevole, indotto da una pubblicità mendace, passino ad un consumo critico che premi le aziende che non frequentano i paradisi fiscali, che rispettano la dignità dei lavoratori, che non inquinano, che non investono i risparmi nel mercato delle armi.

Questa è non violenza attiva!  

Così come lo è il comprendere che  “  rappresaglie e spirali di conflitti letali recano benefici solo ai signori della guerra … rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi  militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie, degli anziani, dei malati..

Quanto silenzio oggi sugli investimenti per gli F35 mentre chiudiamo gli ospedali, neghiamo la formazione ai giovani, aumentiamo la disperazione dei  poveri del mondo, lucriamo sui risparmi dei cittadini.  Di quanto silenzio dovremo rendere conto a Dio!

Di nonviolenza attiva è intriso il vangelo della pace che don Tonino ha annunciato con forza e mitezza. Sino alla  fine: quando  volle recarsi a Sarajevo per annunciare che la pace è nonviolenza  e la nonviolenza potrà attecchire  in questo nostro mondo se i poveri lo vorranno.  A loro ha affidato le sorti dell’umanità.

Poi il ritorno, dentro un mare in tempesta , per il viaggio più lungo.  Chissà quanti pensieri. Tra gli altri forse anche questi, in consonanza con il poeta Thomas S. Eliot: “… dobbiamo muovere ancora e ancora / verso un’altra intensità/ per una unione più compiuta, più profonda/ attraverso il buio e la vuota desolazione,/il grido dell’onda, il grido del vento, la vastità delle acque/… Nella mia  fine  è il mio principio “.

                                                                                                        Giancarlo Piccinni

Presidente Fondazione don Tonino Bello

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