lunedì, 2 Ottobre 2023
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Quel filo invisibile e la solitudine della morte di Mario Di Biase

Nessuno dovrebbe morire da solo perché l’hora mortis è un passaggio difficile, un momento che spaventa tutti per il mistero dell’ignoto che porta con se.
Non a caso una delle più belle preghiere è rivolta alla Madonna dell’ultima ora: “quando anche per noi giungerà la grande sera e sprofonderemo in quella solitudine che nemmeno i nostri cari possono addolcire, mettiti accanto a noi perchè possiamo affrontare la notte”.
Molti, purtroppo, sono morti soli in un letto d’ospedale o in un RSA. In questo tempo malato un’intera generazione se ne è andata muta, silenziosa, senza nemmeno il conforto della fede, troppe persone hanno provato il baratro della solitudine senza poter vedere, abbracciare, salutare le persone care!
“Lasciatemi dare un ultimo bacio a mia moglie, so che non la rivedrò più” è stata l’accorata richiesta di un anziano prima di essere ricoverato x COVID. Morire senza l’abbraccio avvolgente di chi ci ha voluto bene per molti anni, deve essere stato davvero straziante.
Tanti –invece- muoiono serenamente, accompagnati dall’amore dei propri cari. E’ una morte “confortata” e forse meno amara. Ciò nonostante si è sempre soli davanti all’inventario finale della nostra vita quando ci sovviene una malinconia, un pentimento indicibile per il male compiuto o il rammarico di non avere fatto abbastanza per evitare inutili odi, rancori, inimicizie.
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L’uomo di fronte alla morte, maestosa giustiziera, è costretto a riflettere sulla saggezza che intravede la vanità delle cose e il valore delle virtu’. La richiesta di perdono e la conversione al bene -in uno scambio di sensazioni sensoriali con i nostri cari defunti- devono essere la scelta giusta per indirizzare il nostro vivere verso nuove forme di rispetto, fraternità, fratellanza.
Il grande teologo e poeta Turoldo scriveva: “I fanciulli non giocano più, gli amori non si cantano più, le speranze non hanno più voce, ognuno torna a casa sempre più solo.” Mai come in questi giorni un invisibile filo, tessuto di ricordi e di affetti, ci unisce ai nostri cari defunti, avvertiamo il rimpianto di non amarli abbastanza, nel mentre priviamo -chi vive con noi- dei nostri abbracci e dei nostri sorrisi: non facciamoli mancare…. finché siamo in vita!!!!

MARIO DI BIASE – A.D. 2020

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